“I LOVE my dog“, cantava Cat Stevens.
E se fosse vero? A confermarlo è ufficialmente uno studio pubblicata sulla rivista Society & Animals da alcuni ricercatori dell’Università di Boston che hanno verificato che alcuni individui non facciano distinzione tra i cani e gli esseri umani: si comportano cioè con gli amici a quattro zampe esattamente come farebbero con un bimbo.





Per affermare ciò, gli studiosi hanno coinvolto più di 200 persone alle quali sono stati descritti episodi violenti derivanti da giornali, tutte notizie false. L’esperimento consisteva nel mostrargli articoli di violenze o di molestie a cani e a persone. Nonostante lo stile fosse sempre lo stesso, e dunque si trattasse di aggressioni con mazze da baseball, con coltelli, con bastonate, la differenza degli articoli stava nel soggetto, uomo o cane: a volte era un bambino di un anno, altre dei trentenni, in altri casi un cucciolo oppure un cane adulto di sei anni.
Una volta letti gli articoli, venivano rilevati i livelli di empatia degli individui del test.
È stato quindi riscontrato che a livello valutato di empatia, i volontari ‘soffrivano’ di più nei riguardi di violenze esercitate sui cani rispetto a quelle sulle persone. A eccezione per lo stato dei cani più vecchi che risultavano meno gravi meno rispetto a quelle di un bambino. “I volontari non hanno visto i cani come animali, ma li hanno piuttosto considerati dei cuccioli di uomo con la pelliccia” spiegano gli psicologi.
Quindi maggior empatia verso i quattro zampe?
Il test scientifico dopotutto si inserisce perfettamente con diversi altri studi effettuati anzitempo per definire il rapporto fra umani e cani, come la potenzialità dei quadrupedi di “annusare lo stress” o malattie gravi nei padroni oppure quella che dimostra come i cani abbiano espressioni facciali vere e proprie usate come forme di comunicazione copiate dagli atteggiamenti umani.