Fido

LA STORIA DI FIDO, IL CANE CHE ATTESE IL SUO PADRONE PER 14 ANNI

Non solo in Giappone, ma anche in Italia, in piena Seconda Guerra Mondiale, un cane divenne famoso in tutta Italia per la straordinaria fedeltà dimostrata verso il suo amico umano, che ha aspettato ogni giorno per 14 anni.

Nella giornata del 9 giugno si è celebrato il 62° anniversario dalla scomparsa di Fido. Ma chi era Fido, e perché è un nome che per antonomasia associamo al nostro amico a quattro zampe preferito?
Tutto inizia nel 1941, in piena guerra. Carlo Soriani, un operaio delle Fornaci Brunori di Borgo San Lorenzo, ma residente a Luco del Mugello, trovò in un fosso un cucciolo di cane in fin di vita.

L’INIZIO DI UN’AMICIZIA 

Senza pensarci troppo, Soriani portò a casa il cucciolo, a cui diede il nome di Fido. Il cagnolino, un incrocio con Pointer Inglese, si riprese presto, e sin da subito il legame con il suo nuovo padrone si fece forte. Infatti il quadrupede ogni mattina accompagnava Carlo Soriani fino alla piazza centrale di Luco, dove l’uomo saliva sulla corriera che lo portava a Borgo San Lorenzo. Da lì Fido tornava a casa, ma la sera si recava nuovamente alla fermata della corriera, per attendere il ritorno dell’amico umano.

IL BOMBARDAMENTO 

Ogni giorno così, fino al maledetto 30 dicembre 1943, quando Borgo San Lorenzo venne bombardata dagli alleati. Le Fornaci Brunori vennero colpite e molti operai, compreso Carlo Soriani, morirono sotto le bombe. Ignaro dell’accaduto, Fido aspettò il suo amico alla fermata della corriera, ma questa volta non c’era Carlo Soriani. Questo non scoraggiò il cane, che si presentò ogni giorno alla fermata per i prossimi quattordici anni, fino al giorno della sua morte.

L’OMAGGIO DI BORGO SAN LORENZO 

La fedeltà di Fido fece scalpore a Borgo San Lorenzo, tanto che il sindaco decise che fosse esentato dalla tassa sul possesso dei cani; gli dette la possibilità di circolare senza museruola e il 9 novembre del 1957 gli conferì una medaglia d’oro, con testimoni numerosi cittadini e la vedova di Carlo Soriani. Non solo: il Comune omaggiò il fedele cane con un monumento situato in Piazza Dante, dove si trova tuttora. Il monumento venne inaugurato alla presenza dello stesso Fido e della vedova Soriani. Venne realizzata dallo scultore Salvatore Cipolla. L’opera, “Monumento al cane Fido”, era costituita in maiolica e sul basamento campeggiava la dedica “A Fido, esempio di fedeltà”. Venne distrutta pochi mesi dopo e prontamente sostituita con una in bronzo. La storia di Fido venne poi pubblicata su riviste come Gente e Grand Hotel, ma anche sui cinegiornali dell’Istituto Luce.

LA SCOMPARSA DI FIDO E IL RICONGIUNGIMENTO CON SORIANI

Fido smise di aspettare il suo amico il 9 giugno 1958, quando morì. La notizia venne diffusa da La Nazione con un titolo a quattro colonne. Anche La Domenica del Corriere ritagliò uno spazio per commemorare Fido, con una copertina che ritraeva il cane in puto di morte con la corriera come sfondo. Fido per essere ricongiunto all’amato amico umano, venne sepolto all’esterno del cimitero Comunale di Luco, dove si trovavano le spoglie di Carlo Soriani.


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