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Dog Dangerous Act, il Regno Unito fa marcia indietro

Nel 1991 il Dog Dangerous Act vietò in UK alcune razze canine

Era il 1991 quando il Regno Unito promulgò il Dog Dangerous Act, ovvero un’azione secondo cui alcune razze canine sono vietate nel Paese della Regina.
Sono passati 27 anni, ma in questi giorni la Commissione Ambiente di Westminster ha dichiarato che non ci sono prove scientifiche sufficienti per vietare razze canine per “intrinseca pericolosità”. La dichiarazione punterà a rivedere il Dog Dangerous Act,  sulla base di proposte gestionali alternative ai divieti, vicine al modello di prevenzione italiano.

Il Dog Dangerous Act rischiò di essere attuato anche in Italia

Un modello che grazie all’intervento dei Medici Veterinari Italiani, non si basa sul divieto di possedere determinate razze, ma vige a tutela dell’incolumità pubblica. Sono passati 10 anni da quando l’intervento dell’ANMVI ha evitato che l’allora Ministro Sirchia emanasse un elenco simile al Dog Dangerous Act, elenco che annoverava razze canine vietate.
Il rischio che abbandoni e soppressioni indiscriminate a cani innocui solo in virtù della loro razza era troppo alta; rischio per altro che si è verificato nel Regno Unito, secondo i parlamentari inglesi.

La preoccupazione di ANMVI

Tuttavia, anche il modello italiano, che è basato sull’educazione dei proprietari andrebbe rivisto. L’ANMVI (che per altro in questi giorni si sta mobilitando per incentivare il Governo Italiano ad inserire le spese veterinarie come “spese morali” in vista del reddito di cittadinanza) ha proposto recentemente che l’ordinanza ministeriale attuale sulle aggressioni canine, debba essere tradotta in legge. Sempre secondo ANMVI, l’offerta formativa volontaria da parte dei Comuni e le inattuabili misure di intervento ad episodio avvenuto, sono inefficaci.

Inoltre,  proprio come il documento di Westminster,  anche l’ANMVI chiede una puntuale registrazione degli eventi di morsicatura, di aggressione e dei relativi danni alle vittime, sia umane che di altri consimili. In assenza di una epidemiologia puntuale, non sono programmabili le risorse finanziarie necessarie alla prevenzione e alla gestione del fenomeno, che -va sottolineato- in Italia è stato collocato fra i Livelli Essenziali di Assistenza.

Appoggiamo la “battaglia” di ANMVI. Riteniamo che il Dog Dangerous Act sia profondamente sbagliato. Siamo dell’idea, noi di BauSocial, che non ci siano cattivi alievi, ma cattivi maestri. Tradotto in linguaggio canino, non ci sono cani cattivi ma cattivi proprietari e siamo d’accordo che il futuro debba procedere in tal senso, e cioè sensibilizzare i proprietari di cani e formarli affinché episodi spiacevoli non avvengano.





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